Lucio Dalla - La Signora / 1978
Versuri cantec:
La Signora e in lacrime, e si ferma ad ascoltare:
attraversa e si blocca a meta della strada,
un colpo di vento la fa continuare.
La Signora, quando tace, sembra una volpe:
va al cinema da sola, ma ha paura ad entrare.
La Signora ha molti figli, molti figli da educare.
Qualcuno lo va a trovare, ma tanti,
li lascia sulla strada senza mangiare.
La Signora non ha padre, e figlia d'un figlio
d'un terremoto o d'uno sbadiglio.
La Signora la mattina sta male, si sente svenire,
il pomeriggio sparisce, ma la notte, la notte, mi viene a cercare.
E un amore bocciato che non puo continuare,
come un cane in una stanza d'albergo mi sento solo.
Provo a far tutto quanto in orario, ma mi accorgo che e un gioco:
stan giocando alla radio e al telefono, qualcuno mi uccide a poco a poco.
La Signora e mio padre e mia madre quando alza la voce,
e una mano coi guanti che mi spegne la luce,
e una montagna di carte in un ufficio postale,
e un amico diventato nemico che mi ruba la voce.
La Signora e una fila di macchine da qui fino al mare,
la Signora ci stampa il giornale e ce lo fa comperare.
La Signora ha tanti nomi, tanti nomi,
cosi da nascondersi e non farsi trovare:
ma a volte si veste di luci e bandiere per farsi notare.
La Signora e mio padre e mia madre quando alza la voce,
e una mano coi guanti che mi spegne la luce,
e una montagna di carte in un ufficio postale,
e un amico che diventa un nemico e mi ruba la voce.