Lucio Dalla - Tu Parlavi Una Lingua Meravigliosa / 1975
Versuri cantec: Roberto Roversi
I sassi della stazione sono di ruggine nera
sto sotto la pensilina dove sventola adagio una bandiera
In un campo una donna si china su due agnelli appena nati
striscia il vento nudo sopra il fuoco, il fuoco violento dei prati.
Un uccello isolato raccoglie sopra un vagone abbandonato
il cielo grande di ottobre e gli strappa il fianco bianco e gelato,
intorno, dopo la notte, ci sono tronchi sporchi di mosto
e mille macchine in fila laggiu in un deposito nascosto.
Apro il giornale e provo a leggere per nascondermi un poco
mentre lei parla ad un uomo e io riconosco il suo suono un poco roco.
Chiudo il giornale, la guardo, lei e voltata, non mi vede
i capelli sono biondi, sono tinti, dunque lei alla vita non cede.
Puoi guardarmi, occhio della mente, occhio della memoria
una donna e vecchia quando non ha piu giovinezza
ascolto la marea del cuore perche siamo vicini.
L'ho ritrovata per caso ma non e piu una ragazza.
Vorrei chiamarla, dirle, le volpi con le code incendiate
non parlano ma gridano pazze fra gli alberi per il dolore.
Sediamoci per terra oppure la sopra panchine imbiancate,
sediamoci sopra un letto di foglie secche e ascoltiamo il nostro cuore.
Ci siamo scordati e perduti, ti ritrovo adesso all'improvviso
dentro una piccola stazione in un giorno grigio d'ottobre
tu non mi guardi neppure io solo ho l'inferno nel cuore
perche la vita e una goccia che scava la pietra del viso.
Ogni mattina, ogni sera io parto e ritorno da solo
come il ragazzo che ero non posso piu bruciare in un volo
il treno arriva, si ferma, la mia ombra sale, parte, scompare
io ti vedo giovane ancora, come in un sogno dileguare.