Lucio Dalla - Un Mazzo Di Fiori / 1975
Versuri cantec: Roberto Roversi
E l’anno del sole piu inquieto
quando il cane scappa dalla casa
e un vitello ubriaco sul prato
sta uccidendo a cornate i piccioni.
Tutti i fiori hanno il cuore gelato.
Un fiume striscia lento sul petto
con il pelo di un lupo di monte
e racconta le sue prime storie.
Dentro al cielo di vino bollito
questo fiume di ghiaccio e di penne
strappa lampi di fuoco dai campi
e ha un ombrello aperto sull’acqua.
Donna e albero sono invecchiati.
Liberata e la sedia e la porta,
questa e l’ora: nessuno rimane.
La pianura e quell’erba che giuoca.
La donna inforca la bicicletta
e fra i canneti e l’argine alto,
e sul fiume e si toglie le scarpe:
schiuma l’acqua, la vita ha fretta.
Donna e albero sono invecchiati.
La miseria e la fame piu nera.
Li sul fiume si toglie le scarpe.
Stringe in mano sei fiori strappati.
Passa un’onda, la donna si butta.
Corre l’onda, la donna e annegata.
Spezza l’onda la lunga giornata.
Strappa l’onda quell’ombra che c’era.
Era l’ombra di Emilia Villesi
sconfinata per orrore nel Po,
bicicletta e scarpe per terra,
stretti in pugno i fiori dei mesi.
I capelli neri di fumo,
voci delle vedove sull’acqua,
schiaffi delle mani con le spine,
un ombrello aperto sopra l’acqua.
La miseria e la fame piu nera;
Villesi Emilia con miseri panni.
Si e gettata nell’acqua del Po,
Dentro ci vive per mille anni.